Butera - Guida Turistica

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Castello di Falconara
 Nel territorio di Butera, su un promontorio circondato dal verde, si erge il castello di Falconara, l’unico tra i manieri della provincia di Caltanissetta ad affacciarsi sul mare. Risalente al XIV secolo, ampliato e rafforzato nel corso del tempo, mantenne la sua funzione di vigilanza contro le incursioni dei pirati fino a tutto il XVIII secolo. Passato dai Santapau ai Branciforti, ai Bordonaro, a metà dell’800 gli fu aggiunto un nuovo corpo di fabbrica e fu ristrutturato come elegante residenza nobiliare, conservando l’antica struttura aragonese e l’originaria organizzazione spaziale. Il nucleo originario, costituito dalla vecchia torre quadrata, detta “ della Falconara” per l’allevamento dei falconi che i signori vi tenevano in epoca non precisata, è stato manipolato e ampliato dai diversi proprietari succedutisi nei secoli.
Castello arabo – normanno
 Costituito originariamente da quattro torri poste ai lati di una vasta area fortificata, oggi il castello presenta un torrione quadrangolare alto 36 metri, abbellito da bifore di stile catalano con esili pilastrini e capitelli. All’interno presenta tre sale con volta a crociera e, in questo momento, ospita un Antiquarium di archeologia con i reperti ritrovati in tutto il territorio di Butera dopo gli scavi effettuati negli anni ’50. Oltrepassato un portale ogivale con le mura merlate, si percorre un vasto cortile interno dove, scavate nella roccia, si aprono profonde fosse e cisterne, recipienti naturali per conservare viveri e consentire di resistere a lungo agli assedi dei nemici. Il castello esisteva già nell’854, quando l’emiro Alaba divenne Signore di Butera. Fu ampliato dai Normanni (XII secolo). Appartenne ai Santapau, che nel 1392 divennero signori della città per volere del re Martino. Dalla seconda metà del 1500, dopo il matrimonio di Ponzio Santapau con Isabella Branciforti di Mazzarino, il castello divenne proprietà dei Branciforti, finché nel XIX secolo Caterina Branciforti volle donarlo al comune di Butera. Dopo il crollo del muro ovest avvenuto agli inizi del 1900 in seguito ai lavori di sbancamento del piano sottostante, fu ristrutturato nel 1935 e adibito a carcere fino agli anni ’60. Infine, restaurato nel 1997, oggi è accessibile al pubblico.
 Innalzata intorno al 1542, fu ricostruita e ampliata nel 1684, anche all’intervento di Carlo Carafa Branciforti, e restaurata nel 1829. Ha un prospetto tardo – seicentesco molto semplice, con un portale incorniciato da due lesene e sormontato da un finestrone. Sul lato sud si erge la torre campanaria di stile normanno. Nell’interno, a croce latina, con tetto a volta e cupola, ornato da stucchi di Cesare Maienza, si conservano interessanti reliquariquattrocenteschi, una preziosa croce di rame smaltato prodotta a Limoges nel XIII secolo.
Santuario di S. Rocco
 Chiesa ad una navata del 1700, che custodisce la statua del Santo, proclamato patrono di Butera nel 1683 per volere dei Branciforti, principi della città. Nove tele ad olio e bassorilievi di legno, applicati alle due porte della chiesa, descrivono i momenti principali della vita di S. Rocco.
Chiesa di S. Francesco
 Fu fondata nel 1577 da Padre Matteo di Terranova, nei pressi del Castello, sul sito di una preesistente chiesa di epoca medioevale dedicata a S. Maria del Castello. Tempio ad una navata, al suo interno custodisce preziose tele del pittore locale del primo ‘800, Rocco Di Martino; l’Immacolata e la Madonna d’Itria, di autore ignoto del XVII secolo. Opera originale è una croce dipinta su tavola, datata 1631, di ignoto artista locale. Interessante testimonianza della produzione tarda di croci dipinte in Sicilia, secondo un’iconografia diffusa in quel tempo, essa raffigura la Madonna e S. Giovanni ai lati estremi della traversa, Dio Padre all’apice del montante e la Maddalena ai piedi del Cristo, che, con gesto intercessore, indica le anime del purgatorio. Chiesa di San Tommaso Apostolo